Arte e Mostre in Italia

di Alessandra Avagliano


Ha aperto i battenti il 16 ottobre scorso e resterà aperta fino al 17 luglio 2016 a Bologna, presso il Museo Civico Archeologico, la mostra “Egitto: splendore millenario. Capolavori da Leiden a Bologna”. La storia della plurimillenaria civiltà egizia, ha da sempre il potere di affascinare tutti, dal semplice appassionato di storia al vero e proprio studioso di arte ed archeologia: tutti conoscono alcuni nomi dei grandi faraoni come Cheope e Tuthankamon o delle grandi divinità come Osiride e Rha. Ma l’Egitto è anche egittologia, nel senso più profondo di questa parola, fatta di scoperte, ricollocamenti, archeologia e collezionismo, settore in cui l’Italia ha una posizione chiave sin dall’inizio dell’Ottocento, periodo in cui avvenne la fondazione del celeberrimo Museo Egizio di Torino, che per importanza, in questo settore, è secondo solo a quello del Cairo.


La mostra “Egitto: splendore millenario. Capolavori da Leiden a Bologna” non è solo di fortissimo impatto visivo e scientifico ma è anche un unicum nel suo genere, poiché gran parte della collezione egiziana del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda, che vanta di possedere ben 500 reperti databili dal Periodo Predinastico fino all’Epoca Romana, saranno appositamente trasferiti nella città delle Due Torri per un’operazione che non ha precedenti nel panorama internazionale: verranno così a fondersi e integrarsi in un percorso espositivo di circa 1.700 metri quadrati, denso di arte e storia, la collezione di antichità egiziane di Leiden e quella di Bologna annoverata, quest’ultima, tra le prime in Italia per numero, qualità e stato conservativo dei reperti posseduti. A queste già prestigiose collezioni verranno affiancati importanti prestiti dal Museo Egizio di Torino e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, creando così una rete di conoscenze che interessa le principali realtà egittologiche italiane. Per la prima volta sono esposti capolavori, tra cui: la Stele di Aku (XII-XIII Dinastia, 1976-1648 a.C.), il “maggiordomo della divina offerta”; gli ori attribuiti al Generale Djehuty, che condusse vittoriose le truppe egiziane nel Vicino Oriente per il faraone Thutmose III (1479-1425 a.C.); le statue di Maya, sovrintendente al tesoro reale di Tutankhamon, e Meryt, cantrice di Amon, (XVIII dinastia, regni di Tutankhamon-Horemheb, 1333-1292 a.C.), massimi capolavori del Museo Nazionale di Antichità di Leiden, che hanno lasciato per la prima volta l’Olanda.

Tra i numerosi oggetti che testimoniano invece il raffinatissimo stile di vita degli Egiziani più facoltosi, un Manico di specchio (1292 a.C.) dalle sembianze di una giovane fanciulla con in mano un uccellino. Infine, per la prima volta dopo 200 anni dalla riscoperta a Saqqara della sua tomba, si potranno ammirare i più importanti rilievi di Horemheb, comandante in capo dell’esercito egiziano al tempo di Tutankhamon e poi ultimo sovrano della XVIII dinastia, dal 1319 al 1292 a.C. E’ questa dunque un’occasione unica ed emozionante per poter ammirare in un solo luogo la storia di una civiltà unica, svelata in una grande mostra che riunisce capolavori dal mondo e che racconta di Piramidi e di Faraoni, di grandi condottieri e sacerdoti, di dei e divinità, di personaggi che fecero il passato dell’Egitto e che grazie a archeologia, scoperte e collezionismo non smette mai di incantare, rivelarsi, incuriosire, affascinare e ammaliare generazione dopo generazione.